La parola teologia viene dal greco e significa “scienza degli dei”. Secondo Plotino, “tutti gli esseri contengono dentro di sé l’intero mondo intelligibile e allo stesso tempo lo contemplano, intero, in ogni altro essere”.
In psicologia, gli archetipi dell’inconscio collettivo vengono intesi come ricordi e cicatrici che provengono dal Primitivo e la cui realizzazione è l’obiettivo di tutte le religioni; l’ontologia, o la scienza dell’essere, ci fa vedere con maggiore chiarezza l’esistenza umana quale punto d’appoggio di quel misterioso viaggio dello spirito che discende nella carne, e l’antropologia cerca di ricostruire i miti, i sistemi simbolici e le organizzazioni sociali che corrispondono alle diverse cosmologie di diversi popoli e culture. Ma è nell’uso rituale delle piante che espandono la coscienza all’interno di un contesto appropriato, che facciamo esperienza di un piano differente e inusuale. In esso, si svelano visioni, sentimenti, ricordi, incarnazioni, intuizioni, ci sentiamo come parte integrante di questa triade Uomo-Natura-Cosmo. É una grande responsabilità riscattare al giorno d’oggi, in così grave crisi planetaria, le tradizioni dei nostri progenitori e questa forma sciamanica di comprensione della realtà. Lo studio dei fenomeni legati all’alterazione degli stati di coscienza ci permetterà di comprendere molto di più riguardo l’estasi, la creazione artistica e scientifica, la medianicità, la fede, le frontiere tra la vera conoscenza spirituale e il delirio psicotico, l’intuizione, l’immaginazione, etc. Nella dottrina cristiano-sciamanica del Santo Daime si realizza una sintesi tra l’Oriente e l’Occidente. L’Oriente ci ha trasmesso la scienza dello Yoga, tecnica di meditazione che rende capaci di dissolvere la mente nell’Atman, nell’Io Universale, oltre ai preziosi insegnamenti sulla legge del Karma, la reincarnazione, etc. La dottrina di Cristo ci ha tramandato la via del perdono, dell’amore, della carità e un metodo di crescita spirituale attraverso la sofferenza e il sentimento di finitezza della materia che è inerente alla vita stessa.

Riconosciamo il valore di tutte le grandi tradizioni spirituali, compresa quella dei nostri antenati pre-colombiani. Grazie a loro abbiamo imparato a consacrare queste piante che ci permettono di aprire le porte della nostra percezione spirituale. Queste sono le fonti della nostra teologia. Noi crediamo che, al di là delle differenze ritualistiche, gli insegnamenti dottrinari e il fenomeno della mirazionesiano convergenti in tutte le chiese e i centri che lavorano in forma sacramentale con il Daime oVegetale. Le differenze dottrinarie riflettono differenti contesti e necessità spirituali e perciò devono essere capite e rispettate. Il Daime rappresenta per noi un Acceleratore, unaScorciatoia Karmica. Attraverso questa, i daimisti credono che chiunque, sinceramente disposto a trasformarsi, possa giungere, in tempo più breve, alla conoscenza di Sè-stesso e dell’Universo. Il risultato di questo lavoro spirituale interiore non è soltanto una proprietà chimica di un alcaloide che inibisce un enzima di un neurotrasmettitore cerebrale. Non è un fenomeno che può essere indotto da esperienze di laboratorio. Il lavoro spirituale implica trasformazione personale sistematica e prove che lo dimostrino quotidianamente. Il lavoro con il Santo Daime ricerca la nostra riunificazione nell’Uno, nel Tutto, e usa il corpo e la mente come attrezzi di lavoro. Questa prospettiva spirituale non riduce la nostra capacità di adattamento al mondo, al contrario la amplifica. Il principale significato della nostra fratellanza, dopo la realizzazione del Sacramento del Santo Daime, è la comunione con esso nelle feste che chiamiamo Innari.
traduzione dal sito http://www.santodaime.org