Pablo Amaringo

Il momento culminante del nostro lavoro si manifesta quando, dentro la forza del nostro sacramento, riceviamo le visioni, che noi denominiamo col terminemirazioni mirações. Nella miração* non siamo meri spettatori della nostra visione, al contrario siamo protagonisti di un’azione che si svolge in un mondo reale e allo stesso tempo spirituale. È in questo stato che siamo invitati a mostrare ciò che conosciamo e ad apprendere qualcosa in più. Ciò che decidiamo e viviamo in questo piano sembra avere una forte influenza su quello che consideriamo il nostro usuale stato di coscienza e di realtà.

Durante il momento sacro della mirazione si aprono le porte verso molte direzioni spirituali. Il canale con il nostro Io Superiore diventa più nitido. Possiamo dialogare con esso ed anche ricevere molte istruzioni utili su aspetti pratici della nostra vita. Tutto ciò che pensiamo in questa sintonia con la miração è lungi dall’essere un mero vaneggiamento. Il pensiero diviene una vibrazione che modella, aggiusta, cura e crea.

La miração é un sogno divino, un sogno che plasma la vita. Padrino Sebastião Mota diceva che prima tutto si risolve nella miração per poi essere trasposto e realizzato nella materia.

*Miração(v. mirare) – dal portoghese miração (v. mirar), termine integrante del “vocabolario daimista”: dal latino mirare, e mirari “meravigliarsi, contemplare, guardare” da mirus “degno di ammirazione, strano, meraviglioso”. Visione/rivelazione divina: atto o effetto del mirare, propiziato dal rituale del Santo Daime.

traduzione dal sito http://www.santodaime.org