L’Associazione dei Residenti di Mapiá, la AMVCM (Associação dos Moradores da Vila Céu do Mapiá), è responsabile insieme all’Ibama, dell’amministrazione di una vasta area di Foresta Nazionale.
La Vila ha più di cento case, oltre agli edifici pubblici: scuola, centro medico, magazzino, officina motori, casa dell’artigianato e delle professioni femminili, cucina comunitaria etc. Le costruzioni sono di legno lavorato all’interno della comunità stessa.
La nostra comunità, con oltre di vent’anni di esistenza, è composta da vari segmenti sociali, dalle popolazioni tradizionali della zona, fino ai più diversi tipi di liberi professionisti e lavoratori, oriundi dei grandi centri urbani. Per questa ragione essa può essere, tutt’oggi, un campo fertile di interazione tra la conoscenza empirica dei popoli della foresta e i moderni approcci di gestione forestale e sviluppo sostenibile.
Nel 1980 la comunità, che allora contava con un numero approssimativo di 300 persone, guidate daSebastiano Mota, si ritirò dai dintorni della città di Rio Branco, capitale dello Stato dell’Acre, e si installò nel luogo chiamato Rio do Ouro, vicino al Rio Indimari. Una questione fondiaria fece sì che la comunità, seguendo le idicazioni delle autorità dell’Incra (Instituto di Riforma Agrária), abandonasse la zona, lasciando dietro di sè case, terreni coltivati e frutteti, senza alcun tipo di indennizzo.
Nel gennaio del 1983, fu creata la prima radura nel luogo dove oggi si erge la Vila Florestal Céu do Mapiá, vicino al piccolo fiume che porta lo stesso nome, affluente della sponda sinistra del Rio Purus. Oltre alla Vila, la comunità comprende anche altri insediamenti sulla riva del Purus e lungo la metà del corso dell’Igarapé Mapiá. Molte famiglie occupano lotti di 100 ettari dove coltivano piantagioni, svolgono attività produttive e, in alcuni casi, di rinboschimento.
Nel 1989, nel mezzo delle forti ripercussioni dovute alla morte di Chico Mendes, fu ottenuta la trasformazione della zona in Foresta Nazionale e firmato un accordo con l’allora Istituto di Sviluppo Forestale, l’attualeIbama, per la realizzazione di un inventario e di un piano di amministrazione per la regione. Ci aspettavamo di potere svolgere un lavoro in un’area di 530.000 ettari, corrispondenti a due foreste nazionali: quella di Mapiá – Inauini e la Flona do Purus, dove si trova la nostra comunità. Tuttavia, i piani sono rimasti ancora sulla carta.
L’accordo terminò senza risultati pratici per la popolazione della zona. Negli anni seguenti, lavorammo solo con risorse proprie e donazioni per la realizzazione di alcuni piccoli progetti di risanamento, essicazione di frutta, produzione di alimenti, educazione ambientale etc. Fu grazie a questo sforzo che potemmo mantenere attiva la nostra comunità di circa mille persone, oltre a prestare valide cure mediche e assistenza sociale alla popolazione dei dintorni, una delle più povere e carenti dell’Amazzonia, senza alcun appoggio da parte della sfera pubblica.
Nel 1996, la nostra Associazione di Residenti rinnovò i termini della cooperazione con l’Ibama (Istituto Brasiliano delle Risorse Rinnovabili), per stabilire un programma di lavoro nell’area della nostra Flona. Nonostante la buona volontà della presidenza di questo organismo, ad oggi non siamo ancora riusciti a realizzare le mete proposte. Il nuovo accordo ridusse la nostra area di lavoro alla sola Flona do Purus, dove si trova la sede della nostra comunità, col pretesto che l’altra area non è stata ancora demarcata. Siamo circoscritti ad un’area di approssimativamente 200.000 ettari da quando la Funai (Fondazione Nazionale dell’Indio) ha demarcato il limite di una riserva indigena nell’area della nostra Flona, riducendo la nostra area di un’altra parte considerevole.
Durante tutto il periodo di vigenza dei termini di cooperazione, non ci è pervenuta alcuna risorsa da parte dell’Ibama. Solo ora, nel 1998, stiamo provando timidamente a fare i primi passi, inviando progetti alPDA/Gruppo dei 7, al Fondo Nazionale dell’Ambiente, al Programma Comunità Solidale, e rinforzando i nostri legami con il municipio di Pauini e le diverse organizzazioni sociali che lavorano nella zona.
traduzione dal sito http://www.santodaime.org